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Comunicare con i musei aziendali e gli archivi storici

4 Febbraio 2025

Ogni volta che entravo nella sede di un importante gruppo storico del settore elettrico, con il quale qualche anno fa ho collaborato, il pensiero che quelle stanze potessero diventare un museo si faceva ogni volta più forte. Le sale dell’austero palazzo anni ’30, imponenti e severe, con le pareti tappezzate di foto di vecchi impianti, antichi brevetti incorniciati e ritratti dei dirigenti in bianco e nero ne facevano già un museo. In particolare ricordo la sala riunioni circondata da una lunga fila di busti di bronzo degli Amministratori Delegati e Presidenti nel corso dei decenni.
I musei aziendali e gli archivi storici sono ormai consolidati strumenti di comunicazione. Il museo d’impresa è un luogo che racconta la storia di un’azienda attraverso percorsi espositivi, didattici e artistici con protagonisti macchinari, oggetti quotidiani documenti, fotografie, raccolti spesso in una sede che un tempo rappresentava un sito produttivo.


Galleria Campari a Sesto San Giovanni (MI). Foto da www.campari.com

 

Grandi marchi, lunga storia, alti budget

Quando si parla di musei aziendali si pensa subito ai grandi marchi internazionali come Lavazza, Pirelli, Barilla, Ducati, Ferragamo, Olivetti, Campari. La Galleria Campari si trova nella palazzina liberty che è stata la prima fabbrica di Campari, inaugurata nel 1904 a Sesto San Giovanni (Milano). Centrata prevalentemente sul rapporto tra il brand e la sua comunicazione, espone affiche originali della Belle Époque, manifesti e grafiche pubblicitarie di famosi artisti, senza trascurare i “caroselli”, gli spot più iconici e gli oggetti di design legati al marchio. La Galleria Campari è quindi un museo aziendale ma anche galleria espositiva che attraverso le tante opere esposte regala un excursus di arte italiana attraverso i secoli.

I piccoli musei aziendali: valorizzare la propria impresa, tra storicità e legame con il territorio

Anche le piccole realtà imprenditoriali possono comunicare la loro storicità e creare un ponte tra passato e futuro con iniziative come i musei aziendali e l’apertura dei propri archivi storici. Se i grandi gruppi industriali hanno certamente avuto il vantaggio di risorse più cospicue, i musei e gli archivi aperti al pubblico delle piccole e medie imprese sembrano essere meno diffusi, soprattutto nel sud dell’Italia.

Una delle eccezioni che ritengo particolarmente interessanti è il Museo del Pane di Vito Forte in Puglia. Sorge ad Altamura (Bari) in uno dei forni medioevali più antichi del paese. Proprio qui Vito Forte iniziò negli anni ’50 a lavorare come garzone passando di casa in casa a ritirare il pane impastato dalle massaie per portarlo a cuocere. Pochi anni dopo acquistò il forno, iniziò la sua attività fino a fondare l’azienda Oropan S.p.A. e diventare ambasciatore del pane di Altamura nel mondo. Il Museo del Pane di Vito Forte offre un percorso multisensoriale per attraversare la storia della panificazione e in particolare di quella di Altamura attraverso i secoli.


Interno del Museo del Pane di Vito Forte. Foto da www.museodelpaneforte.it

 

Un altro luogo magico sembra essere il “concio” costruito nel 1731 dalla famiglia Amarelli come impianto industriale per la trasformazione delle radici di liquirizia a Rossano, in Calabria, e oggi sede del Museo della Liquirizia “Giorgio Amarelli”Documenti e oggetti di vita quotidiana della famiglia di imprenditori – pionieri nel 1500 della lavorazione della liquirizia – ma anche attrezzi agricoli e pezzi industriali d’epoca raccontano la storia del territorio. La fabbrica Amarelli ha contribuito nei secoli allo sviluppo economico della regione e a far conoscere le ricchezze naturali della costa calabrese nel mondo. Tra Rossano e Corigliano, infatti, crescono piante di liquirizia da cui derivano prodotti considerati i migliori del pianeta.

Interno del Museo della Liquirizia “Giorgio Amarelli”. Foto da www.museodellaliquirizia.it

 

6 ragioni per investire in un museo d’impresa e aprire i propri archivi storici

Ogni azienda storica ha la possibilità di farsi conoscere e trasmettere i propri valori condividendo le tappe del percorso imprenditoriale. Ecco 6 motivi per cui vale la pena pensare di rispolverare macchinari storici, foto antiche, prototipi di prodotti e articoli fuori produzione e metterli in mostra in uno spazio dedicato.

1 Preservare la memoria storica del marchio e dell’azienda e renderla base della credibilità di oggi.

2 Rafforzare il legame con il territorio. Raccontare la storia dell’azienda è anche essere testimone dell’evoluzione e delle vicende della popolazione locale. Essere fortemente radicati significa aver avuto un ruolo cruciale negli anni in aree geografiche che hanno basato il proprio sviluppo economico sulle piccole imprese. L’attività estrattiva dello zolfo di Trabia-Tallarita, in Sicilia, ha origini antichissime. Negli anni 20 del XX secolo dava impiego a circa 3000 persone tanto che attorno agli impianti venne costruito un villaggio con abitazioni e servizi appositamente per i lavoratori. La storia viene ripercorsa nel Museo della miniera di zolfo.

3 Esaltare la capacità imprenditoriale e il genio di chi, con caparbietà, ha saputo creare valore per sé e il territorio.

4 Trasmettere i valori legati all’innovazione celebrando le attività di Ricerca e Sviluppo dell’azienda che hanno permesso di diventare pionieri del proprio settore.

5 Stringere sinergie con il mondo del turismo come testimoni delle tradizioni locali.

6 Dare nuovo slancio alla propria immagine creando un ponte con il futuro guardando alle nuove generazioni con attività quali l’istituzione di percorsi didattici e di borse di studio per giovani talenti.

E tu come valorizzi la storicità del tuo marchio? ✍ Scrivimi e fammelo sapere. Aspetto il tuo commento.

 

 


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