L’evoluzione del rapporto tra aziende e social: dalla diffidenza all’invito esclusivo
13 Marzo 2025
Vi ricordate la rivoluzione portata sul mercato italiano dal marchio Pantene? Alla fine degli anni ‘80 il colosso Procter & Gamble lancia il primo prodotto per capelli “shampoo e balsamo insieme”. Uno dei primi 2 in 1 nella cura della persona che in pratica significava risparmio di tempo e di acqua (ma allora il concetto di risparmio delle risorse idriche era poco diffuso). Dopo il successo, Pantene inventò poi la linea “shampoo senza balsamo”, esattamente il concetto opposto di anni prima. Ossia: se prima il balsamo era stato il plus che mancava, dopo, il vantaggio del prodotto consisteva nella sua eliminazione.
Cosa c’entra con la scelta aziendale di puntare sui social media? L’andamento del rapporto tra imprese e social nel corso degli anni è molto simile al caso precedente: quello che prima era assolutamente da evitare, è diventato il campo decisivo per la comunicazione aziendale, fino ad una curva discendente. Dopo i primi, entusiastici investimenti nei social media, le aziende italiano in parte hanno scelto di allontanarsi dalle logiche non sempre chiarissime e dalla sovraesposizione ormai pressoché incontrollata. Nel frattempo però la gamma dei social sui quali puntare si è ampliata così tanto che molti imprenditori, dopo aver cercato di stare dietro alle nuove tendenze, o hanno perso interesse e smesso di investire oppure hanno puntato su social superesclusivi.
L’imprenditore medio e i social media: una storia tormentata
Le fasi del rapporto tra l’Imprenditore Medio (figura simbolica derivante dalla mia esperienza ultra decennale nel mondo dei social aziendali) e social media, secondo me, finora sono più o meno queste:
Fase 1: “Per carità!”
I social sono considerati dall’Imprenditore Medio meri strumenti di intrattenimento, non è proprio possibile pensarli come mezzi utili a comunicare o, addirittura, vendere i propri prodotti.
Fase 2: “Dobbiamo esserci a tutti i costi”
L’ Imprenditore Medio si è accorto che gli utenti sono davvero milioni di milioni e che (pensa un po’!) si possono anche adattare i contenuti agli scopi aziendali. La corsa ai social è iniziata. Sono gratis e promettono popolarità. Non avere profili social per lui significa non esistere sul mercato. Le sponsorizzazioni a prezzi accessibili aumentano gli spazi a pagamento.
Fase 3: “Facebook no, Instagram sì, Tik Tok nì”
La corsa forsennata verso “l’esserci a tutti i costi” ha lasciato molti con il fiato corto. Chi resiste, anziché replicare gli stessi identici contenuti sui vari social, comincia a scegliere con più attenzione. L’Imprenditore Medio scopre che sui social si può anche vendere in maniera diretta e se Facebook è ormai considerato “superato” (ma da chi?), Instagram diventa il suo social preferito. Tik Tok da un lato è ancora considerato “quello dei balletti”, dall’altro però comincia ad essere sdoganato dai brand più noti, anche nel settore lusso.
Fase 4: “Mi si nota di più se non ci sono”
In questa fase sembra che la scelta più netta per l’Imprenditore Medio che vuole distinguersi dai competitor sia quella di non essere più sui social. I social gratuiti sono ormai saturi e la presenza sempre più massiccia di pubblicità porta ad una fase di disinnamoramento generale.
Fase 5: “Social? Pochi e ben mirati”
Stanco dei social troppo dispersivi e accessibili a tutti, l’Imprenditore Medio si illumina nel 2020 quando, in pieno periodo di pandemia da Covid, esplode il fenomeno Clubhouse. E basato solo su audio in tempo reale: nessuna immagine e nessun file registrato ma “stanze” tematiche in cui parlare o anche solo ascoltare altri utenti sui più disparati argomenti.
I social smettono di essere per tutti e diventano selettivi
Ma la vera novità è che l’accesso a Clubhouse è a invito. Chi è già iscritto ha a sua disposizione un numero limitato di inviti e riceverne uno è l’unico modo per entrare a far parte di Clubhouse. Inoltre l’app inizialmente era destinata solo ai supporti IOS (per intenderci, solo agli IPhone). L’Imprenditore Medio pensa così di creare o rafforzare la sua community con utenti selezionati e motivati con i quali interagire direttamente. Peccato che poi il numero degli utenti e dei nuovi iscritti sia crollato rapidamente, complice anche la mancanza del tempo libero forzato della pandemia e nonostante i tentativi di essere meno elitario.
Può essere considerato invece un social a pagamento Substack che permette di far guadagnare, senza costi, chi pubblica contenuti originali, anche di nicchia, perché dà la possibilità di chiedere, una volta consolidato il proprio pubblico, di sottoscrivere un abbonamento. Più semplice, diretta e interattiva di una newsletter, questa piattaforma online è l’ideale per chi ha già un seguito e vuole mantenere la piena proprietà dei propri contenuti e dei contatti conquistati. Se sei un esperto in un settore specifico, se hai sviluppato un prodotto innovativo, se sei un professionista con un approccio innovativo, insomma… se non sei un Imprenditore Medio, questo potrebbe essere uno strumento utile per rafforzare la tua credibilità anche in ambito B2B.
E tu, in quale fase sei del tuo rapporto con i social?
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